Per milioni di americani, Lidia Bastianich rap­presenta da decenni la cucina italiana. Ne è stata infaticabile portabandiera attraverso i ricettari, i popolarissimi show televisivi, i ri­storanti. Dietro il suo successo c’è una vicen­da avventurosa e drammatica, che Lidia, con il suo ottimismo, il suo coraggio e la sua tenacia ha trasformato in una storia esemplare. Nata a Pola, vive un’infanzia felice: nel cortile della nonna apprende d’istinto il rapporto in­scindibile che lega natura, cultura e cibo. Con l’annessione dell’Istria alla Jugoslavia, la sua famiglia è costretta a fuggire nel campo pro­fughi della risiera di San Sabba. È tutto cupo, claustrofobico, ma la bambina non smette di sperare in un futuro migliore, che per lei ha un nome preciso: America. È lì la terra delle opportunità: istruzione, casa, lavoro. Final­mente, nel 1958, grazie alla Caritas, Lidia at­terra a New York. Ha undici anni e tutta una vita davanti. I primi tempi sono duri, ma lei, sorridente e ostinata, cerca il suo posto nel mondo e comincia lavorando in una panette­ria. E da qui si snoda la sua inarrestabile pa­rabola ascendente: due ristoranti nel Queens, fondati insieme al marito Felice. Poi, nel 1981, la fortunata apertura del Felidia, a Manhattan.

Nel 2020 esce in Italia la sua autobiografia “Il mio sogno americano” (Solferino), una storia di avventure e determinazione, all’insegna del lavoro dell’amore per la famiglia. In questo libro, sincero e toccante, Lidia ci racconta la sua personalissima versione del sogno americano. La sua voce ci accompa­gna attraverso le difficoltà e le battaglie che l’hanno condotta alla costruzione di un vero e proprio impero. Ma anche a cucinare per due Papi, a svolgere un ruolo di primo piano nel­la comunità italo-americana, a diventare una madre e una nonna attenta e affettuosa. Sen­za mai smettere, lungo la strada, di regalare a milioni di persone il piacere insostituibile di un buon piatto da gustare con chi ami.